
Intelligenza artificiale vs creatività naturale
Siamo un popolo magnifico e complesso, un popolo di poeti, artisti, eroi, santi, pensatori, scienziati e navigatori. Ma anche, da sempre, di creativi e innovatori. O almeno, lo siamo stati fino a pochissimo tempo fa.
Fino a quando è arrivata l’Intelligenza Artificiale che ha mescolato le carte in tavola e sparigliato ogni certezza, sottraendoci i colori dalla tavolozza. Una rivoluzione. O forse no. Perché in fondo, diciamo la verità: che ne sanno ChatGPT, Midjourney o Dall-E di creatività e fantasia?
L’Intelligenza Artificiale può già imitare l’arte
L’incontro tra AI e universo creativo è ormai avvenuto: i due sistemi si stanno annusando con circospezione, sbirciandosi di sottecchi, sospesi tra curiosità e diffidenza.
I software di intelligenza artificiale sono già capaci di generare diverse forme d’arte: scrivere testi e poesie, comporre suoni e melodie e addirittura dipingere quadri, con risultati a dir poco sbalorditivi.
Argomentano dialetticamente, rispondono a domande complesse con frasi esaustive, creano immagini ad alta risoluzione mediante la combinazione adattiva di input forniti tramite parole chiave.
Ma per quanto possano assembrare un testo in stile Jane Austen, una musica che imita Wolfgang Amadeus Mozart o un’immagine che ricalca Vincent van Gogh, non potranno mai creare davvero qualcosa che non sia risultato della combinazione degli elementi che sono stati forniti.
Indipendentemente dalla raffinatezza del risultato finale, le grandi potenzialità dell’AI si basano su processi di “apprendimento” che non sarebbero possibili senza dati, istruzioni, informazioni o esempi che noi umani diamo in pasto all’algoritmo e che la macchina analizza, elabora e imita. Ma senza creare nulla di originale.
La vera creatività è ancora umana
Che si tratti di inventare la ruota o sviluppare l’intelligenza artificiale, colui che immagina e crea agisce in modo diametralmente opposto alla macchina, altrimenti non esisterebbe l’innovazione.
La creatività, infatti, non solo è intrinsecamente legata alla sfera artistica e all’espressione ma alla capacità di innovare, cioè alla trasformazione che si innesca introducendo una novità, risolvendo un problema, migliorando un prodotto, semplificando un processo.
L’intento creativo che ci spinge ad innovare può essere soltanto umano, implica originalità, pensiero divergente, capacità di ideare fuori dagli schemi. È l’abilità di proporre una gamma di soluzioni inedite per un dato problema che non preveda un’unica risposta corretta, l’attitudine a combinare gli elementi a disposizione in qualcosa di assolutamente nuovo che non può in alcun modo basarsi su regole predittive o procedere per simulazione.
La creazione, quella davvero innovativa, richiede non solo pensiero critico ma sensibilità, emozioni e tanta passione, che consentono all’uomo di andare oltre il freddo dato, e stupire.